PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI

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Il complesso del Palazzo delle Esposizioni si presenta oggi in larga parte da riqualificare, anche se viene ancora parzialmente utilizzato occasionalmente per mostre e manifestazioni.
L'amministrazione comunale ha recentemente predisposto uno studio di fattibilità per il  recupero dell'edificio che comprende anche la proposta di chiusura, con coperto trasparente in acciaio e vetro, della corte centrale dell'edificio.
La prima notizia storica sull’edificio risale alla “Tabella delle case della città di Faenza”, redatta da G. Pistocchi e G. Morri nel 1798.
Il Catasto di quell’anno segnala che la parte posteriore del palazzo non esisteva, essendo occupata interamente da un orto in angolo con Via Cantoni; esisteva invece una casa, estesa anche lungo Via Ca’ Pirota, che apparteneva a Girolamo Lega ed era destinata all’affitto. Quest’ultima era, prima delle soppressioni napoleoniche, sede dell’Abbazia di S. Perpetua fin dalla metà del XV secolo.
Nel 1821, la Congregazione di Carità (Opere Pie) vendette i locali dell’ex Confraternita del SS. Crocifisso posti in C.so Porta Ponte angolo via Dogana, acquistando dal Cavina il più ampio fabbricato in Corso Porta Imolese.
L’edificio fu allora profondamente ristrutturato (1824-1825) per poterlo destinare ad Orfanotrofio maschile. Sul lato destro della facciata fu anche ricavata la chiesa, opera dell’Arch. Giuseppe Magistretti di Imola, che fu dedicata a S. Giuseppe realizzando un pregevole esempio di stile neoclassico.
Tra il 1882 ed il 1888 l’edificio fu ampliato costruendo l’ala laterale su Via Ca’ Pirota e la parte sud di quella sul cortile, nel 1889 la corte fu chiusa con un quarto lato, composto da un loggiato e da un terrazzo sovrapposto.
Nel 1929 furono ricostruiti lo scalone ed una scala di servizio, oggi scomparsa, nell’ala est.
L’edificio subì gravi danni dal bombardamento del 13 maggio 1944, (distruzione dell’angolo tra via Ca’ Pirota ed il corso), e fu riparato solo negli anni '50. Fu completata l’ala verso il cortile, che andò ad unirsi al retro della chiesa creando l’attuale corte rettangolare.
Nel 1961 l’Orfanotrofio, ormai semivuoto ed in pieno deficit economico, fu chiuso. L’anno dopo il Comune di Faenza prese in affitto il fabbricato ed iniziò a ristrutturarlo come sede espositiva per il Concorso Internazionale delle Ceramiche, aprendo anche il largo ingresso su corso Mazzini.
Sul finire degli anni '60 l'edificio passò in piena proprietà al Comune. Sempre nel 1967, la chiesa fu alterata con l’installazione di un soppalco intermedio e privata delle sue opere d’arte; a ciò si è posto rimedio nel 1995, ripristinando per quanto possibile l’aspetto originario.
L’edificio posteriore verso via Cantoni fu invece, fino al 1920 circa, sede dei Bagni Pubblici e nel 1944 andò quasi totalmente distrutto; nel 1994 è stato ricostruito in forme moderne, salvando un superstite archetto gotico lungo Via Ca’ Pirota, e destinato a sede della Ludoteca.
Nel 1996 circa si è infine aggiunta la grande tettoia romboidale in cemento armato, posta al centro del secondo cortile. I progetti dagli anni ‘60 ad oggi che hanno cercato di trasformare l’ex Orfanotrofio in sede espositiva, sono rimasti sostanzialmente incompiuti, e hanno  portato solo ad alcune modifiche, la più rilevante delle quali è il nuovo ingresso su Corso Mazzini per adeguarlo alle esigenze funzionali della nuova destinazione espositiva.
Il locali posti nel secondo cortile in fregio a Via Pirota sono destinati a Ludoteca, mentre la grande tettoia incompiuta risulta inutilizzata e con gravi problemi manutentivi.

Proposta  Progettuale:

L'intervento si articola su una superficie di oltre 3.000 mq, distribuita sui due piani dell'edificio, 1.500 mq di corte interna da ricoprire e circa 1.000 mq della seconda corte da utilizzare come area scoperta da pavimentare e trattare a verde.
In primo luogo viene caratterizzato l'ingresso esistente trasformando l'attuale apertura in un vero e proprio elemento architettonico con precise connotazioni tecniche, all'interno viene collocato un nuovo ascensore per assicurare un adeguato collegamento dei due livelli sui quali si articola il complesso.
La distribuzione degli spazi interni individua un preciso percorso espositivo reso continuo e funzionale attraverso la sopraelevazione del corpo di fabbrica che collega le due ali longitudinali.
Un ulteriore ampliamento al piano terra consentirà di creare degli spazi complementari per definire in modo compiuto la funzionalità del complesso.
Verrà privilegiato l’uso di materiali leggeri e trasparenti (vetro - acciaio) per stabilire un corretto rapporto con l’esistente senza rinunciare alla volontà di operare utilizzando un linguaggio contemporaneo.
L’elemento di maggiore rilievo costruttivo è certamente rappresentato dalla copertura della corte interna realizzata in acciaio e vetro, impostata ad una quota leggermente superiore del cornicione più alto e ad una quota inferiore dei colmi dei coperti, risultando in tal modo contestualmente inserita senza interferire con le preesistenze storiche, assicurando nello stesso tempo una corretta relazione tra ambiente interno ed esterno, che diventa ora uno spazio potenzialmente ricco e con una forte valenza aggregativa.
La copertura, sarà sorretta da pilastri ad albero o comunque da elementi di sostegno con una forte caratterizzazione compositiva che sappiano superare la semplice funzione statica, e potrà utilizzare le nuove tecnologie legate allo sfruttamento delle energie rinnovabili (sole - luce - acqua) integrandole nella nuova struttura.
L’intervento infine si conclude con la demolizione della tettoia in cemento che appare come elemento incongruo nel contesto architettonico e  ancor più con la nuova destinazione che richiede funzionalmente uno spazio libero ed aperto in particolare per gli usi estivi.
Il percorso espositivo si compone di ben 20 sale di ampie dimensioni, frazionabili e diversamente utilizzabili per ospitare eventi di molti generi, mostre d'arte, fiere, manifestazioni specializzate, convegni, seminari, sfilate, ecc.
In particolare il grande spazio esterno coperto anche attraverso un attento studio del microclima sarà in grado di ampliare le possibilità di utilizzo, come concerti eventi musicali e teatrali, con la possibilità di programmare manifestazioni specialistiche di settore ed esposizioni all'aperto;  un luogo magico dove la tecnica del nuovo si fonde con l'iconografia e la storia .